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511 album da riascoltare Pt.1

4 aprile 2020

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Tra quattro giorni sarebbero esattamente quattro anni dall’ultimo articolo scritto in questo Blog, un elogio ai sempre sottovalutati Brian Jonestown Massacre.

In tempi di Covid-19, lavorando da casa, ho la fortuna di permettermi un continuo sottofondo musicale e così ho deciso di iniziare un’impresa stimolante ma abbastanza ardua: ascoltare uno dopo l’altro tutti i miei dischi e rimetterli nel contempo in ordine alfabetico. Dopo aver ascoltato XXX dischi, ho pensato di riprendere in mano questo Blog e di sfruttarlo per il motivo per cui era nato: recensioni in due righe.

DISCLAIMER: i dischi non saranno recensiti in ordine alfabetico ma per come sono ordinati nello scaffale al momento dell’ascolto.

… AND YOU WILL KNOW US BY THE TRAIL OF DEAD – TAO OF THE DEAD

Divorato nei primi mesi, è invecchiato malissimo al punto di non averlo ascoltato più per anni, prima di questa settimana.

ACID HOUSE KINGS – MUSIC SOUNDS BETTER WITH YOU

Rimane allegro come ai primi ascolti ma anche questo Disco inizia a mostrare i segni di canzoni scritte per non durare nel tempo.

THE ALAN PARSONS PROJECT – EYE IN THE SKY

E’ uno di quei dischi da ascoltare se c’è bisogno di un ottimo sottofondo senza troppe distrazioni. Pur essendo del 1982, mostra molte “prese stilistiche” tipiche del prog dei ’70s

A PLACE TO BURY STRANGERS – A PLACE TO BURY STRANGERS

Esordio in LP di una delle mie band preferite, degni eredi nello Shoegaze dei Jesus & Mary Chain. I Know I’ll See You con la sua incredibile linea di basso è la canzone simbolo della Band.

A PLACE TO BURY STRANGERS – EGO DEATH 2010 TOUR EP

Non è un disco live nonostante la parola “Tour” nel titolo. Qualche pezzo inedito, qualche remix che comunque non abbandonando lo Shoegaze, sonorità che si sente molto più pesantemente rispetto all’esordio della Band

A PLACE TO BURY STRANGERS – EXPLODING HEAD

Secondo LP della band, contiene diverse tracce dell’EP di cui prima, è un ottimo seguito del debutto anche se manca IL PEZZO.

A PLACE TO BURY STRANGERS – ONWARDS TO THE WALL

Il mio disco preferito degli APTBS, il tocco di una voce femminile a supporto della title-track di questo EP è il fattore che porta questo brano ad essere uno dei più belli dell’ultimo decennio. EP incredibile, massiccio, manifesto dello Shoegaze.

A PLACE TO BURY STRANGERS – TRANSFIXIATION

A PLACE TO BURY STRANGERS – WORSHIP

Li recensisco assieme. Sono gli ultimi due in ordine cronologico, gli APTBS mantengono lo stesso stile con pochissime variazioni, album solidi ma senza picchi da “Classic”.

AC/DC – BACK IN BLACK

Album storico, conosciuto anche da chi non li ascolta grazie a pezzi iconici quali You Shook Me All Night Long, Hells Bells e la Title-Track, ma il vero gioiello del disco è Rock’n’Roll Ain’t Noise Pollution, la canzone perfetta come trait d’union tra gli AC/DC di Bon Scott, morto l’anno prima, e quelli attuali.

AC/DC – LET THERE BE ROCK

Il miglior disco degli Ac/Dc. Oltre ad essere il mio preferito. Non si ammettono replice. La title-track e Whole Lotta Rosie fanno raggiungere lo status di divinità a Bon Scott. Il video di Let There Be Rock è uno dei più belli di sempre. Punto.

ALICE IN CHAINS – DIRT

Questo è un disco che non riesco a mettere come semplice sottofondo perchè mi costringe a fermarmi e pensare a quanto cazzo è ipnotica la voce di Layne Staley e come buona parte dei pezzi “Grunge” quanto siano premonitori delle loro ultime ore… gran disco, leggermente “invecchiatino” ma ancora ascoltabile. Down in a Hole rimane comunque da brividi.

ALT-J – THIS IS ALL YOURS

Left Hand Free ha raggiunto il “Mainstream” grazie alla prima apparizione di Peter Parker in Civil War ma l’apice del disco rimane comunque Hunger Of The Pine, un pezzo che eleva di molto un LP che fatica molto in certi pezzi. Un disco comunque ascoltabile tuttora.

AMORPHIS – ELEGY

Oh. Un pò di Metal con un disco che prova ad abbandonare la strada del “Growling” elevando al massimo le sonorità melodiche. Per i puristi è la morte, personalmente è un Disco che mi fà venire i brividi dall’inizio alla fine e che merita anche solo per l’incredibile My Kantele in versione totalmente acustica, rifacimento del brano presente nel disco stesso.

 

Thank You Layne

18 dicembre 2009

Chi c’era al Palalido il 2 dicembre a vedere gli Alice In Chains almeno per un secondo non può non aver pensato ad una delle voci più magnetiche e “psichedeliche” che la musica abbia mai avuto… sette anni dopo la morte di Layne Staley una delle più conosciute band del “panorama grunge” rinasce dalle sue stesse ceneri pubblicando un album (che ancora non ho ascoltato) e partendo per un tour mondiale, all’insegna del convincimento che anche senza una grande voce quale quella del defunto cantante gli Alice In Chains non erano solo Layne e Co, ma anzi dimostrando che se c’è un leader in questo gruppo, ebbene era, è e sarà Jerry Cantrell: trovato in William DuVall la nuova “prima voce” degli AiC, la band pubblica “Black Gives Way To Blue”, per arrivare il 2 dicembre a Milano per l’unica data italiana del loro tour.

Lasciamo alla musica quello che le parole non possono spiegare: in un attimo svaniscono le diffidenze e le paure legate a questo comunque atteso ritorno. Rain When I Die è pura potenza e armonia ed è la canzone adatta per aprire questo concerto che alla fine si rivelerà uno dei più belli che io abbia mai assistito: grazie Layne, non credo ti sentirai offeso da lassù per questi Alice In Chains che saranno comunque sempre i “tuoi” Alice In Chains, un gruppo capace di pubblicare uno dei più bei album degli anni ’90: Dirt (parer mio personale, il miglior album del cosiddetto movimento grunge).

Parlare di musica è come ballare d’architettura (cit. Frank Z). Per questo la cosa migliore per “capire” un concerto non sono le parole, ma pubblicare tutti i video che sono riuscito a fare dello stesso.