Archive for febbraio 2011

Le 10 migliori canzoni del 2010. Parte 2.

24 febbraio 2011

8. posto:


We Want War – These New Puritans

I These New Puritans sono uno di quei gruppi che all’inizio fatico molto ad ascoltare ma che poi, giorno dopo giorno, scalano ogni classifica arrivando a qualità assolutamente inimmaginabili al primo ascolto. Insomma, Hidden è un disco da ascoltare più e più volte e questa “We Want War” ne è la prova: solo una settimana fà aveva guadagnato un comunque dignitoso decimo posto in questa Top10 ma già ora ha scalato due posizioni. Chissà tra qualche mese…

 
7. posto:

Half Light II (No Celebration) – Arcade Fire

Pur se non ai livelli di Funeral, ma io questo Suburbs continuo ad ascoltarlo molto volentieri. Molte le canzoni che mi hanno fatto presa, scelgo questa solo per motivi di preferenza personale. Volevo comunque soffermarmi anche su un’altra canzone di questo “The Suburbs”: Sprawl II. Da fanatico dei Blondie quale sono, Sprawl II mi ricorda moltissimo Heart Of Glass, ai limiti del plagio. Ma invece di rimanerci male, Sprawl II mi ha fatto l’effetto opposto: l’ascolto da dipendenza. Mi rendo conto che è un qualcosa di assurdo ma è come quelle canzonette che ti entrano in testa senza volerlo… Sprawl è così e le mie gambe non si fermano nemmeno a volerlo.

6. posto:

Conversation 16 – The National

C’è di meglio nell’intera discografia dei National o anche sul solo High Violet? assolutamente si, a partire da “Vanderlyle Crybaby Geeks
o da “Sorrow” che la considero come un potenziale singolo mancato (o è uscita come singolo?). Ma High Violet è composto da canzoni di livello così pari che mi riesce difficile scegliere… quindi vado “quasi” a sorte. Conversation 16 merita comunque l’ascolto settimanale.

5. posto:

Phosphene Dream – The Black Angels

Fino al mese scorso ho sempre considerato “Directions To See A Ghost” migliore di “Phosphene Dream” ma senza nemmeno pensarci. Poco alla volta però il loro disco del 2010 si stà facendo sotto e anche se tuttora continuo a considerare il loro secondo disco migliore, giorno dopo giorno c’è il rischio del sorpasso ad ogni ascolto ulteriore di Phosphene Dream. In questo momento, dopo l’ennesimo ascolto di questo disco, forse il motivo della riuscita di questo grande album è dovuto al fatto che finalmente i Black Angels si sono “affrancati” dalla loro dipendenza dai Velvet Undergroung: e se per i primi due dischi questa assonanza poteva portare solo che benefici, ora il suo distaccarsi dalle loro muse ispiratrici non potrà che fare del bene al proseguio della loro carriera. Senza mai disdegnare una psichedelia assolutamente coinvolgente, presente nella maggior parte delle tracce di quest’album. Questa la mia traccia preferita del disco, quasi alla pari con Yellow Elevator #2.

4. posto:

Halcyon – Delphic

Un gruppo e un disco che ho scoperto colpevolmente tardi ma che già dal primo ascolto mi ha rapito con delle melodie delicati interne ad un suono non di certo così delicato. Oltre non dico nulla se non che questa è la classica canzone così facile, così “commerciabile” la cui melodia entra in testa e non ne esce più. La adoro.

3. posto:

Echoes – Klaxons

Beh. Siamo pari pari al discorso che ho appena fatto per i Delphic. Melodia “commerciabile”, riconducibile a decine e decine di canzoni ma che ci volete fare. Evito snobbismi inutili a trovare un’altra canzone dei Klaxons e scelgo la più facile… magari tra un mese la odierò, ma ora è sul podio.

2. posto:

L’estat (acc. to the widow’s maid) – Ariel pink’s

Ma quanto adoro questo disco lo sanno purtroppo solo gli amici che giustamente non ne possono più. Ma questi sono dei geni. Magnifici nel riproporre un album che ricorda i ’50 e i ’60 distruggendo ogni canone musicale di quel ventennio. Cinque, sei canzoni meritano di stare in una top10 ma alla fine stringendo i denti ho scelto quella più Barrettiana del lotto.

1. posto:

Feel It – The Brian Jonestown

E questa E’ la mia canzone del 2010. Ho preso il disco in fiducia dopo aver sentito il “tributo” che hanno fatto ai Joy Division con “This is the One Thing We Did Not Want To Have Happen” e ascoltandolo ho trovato questa sublime perla lunga sette minuti che ballerei (BALLEREI!!!!) fino allo sfinimento. Coinvolgente. Assoluta. Questa canzone la balleremo tra vent’anni quando ormai sarò morto.

Le 10 migliori canzoni del 2010. Parte 1.

24 febbraio 2011

Premessa Uno. E’ una classifica incompleta e in continua variazione. Basti pensare che questa Top10 l’avevo fatta una settimana fà e già ora una canzone ha scalato due posticini in questa classifica. Magari farò un recap mensile con tanto di inevitabili variazioni.

Premessa Due. Una sola canzone per gruppo. Nel commento magari linkerò altre canzoni ma la regola è questa.

Partiamo.

10. Posizione:

Scarecrows On A Killer Slant – Liars

Album alla fine dei conti deludentissimo. Del disco si salvano non più di tre-quattro pezzi e solamente i due più potenti ti rimangono dentro: Overachieved e questa “Scarecrows…”.  Di fatto è la canzone più potente di questa mia Top10: se solo quattro anni fà mi avrebbero detto una cosa del genere avrei dato del pazzo a quella persona senza nemmeno pensarci un secondo. D’altro canto il package del vinile è qualcosa di spettacolare, meritando quasi l’acquisto solo per questo particolare.

9. posto:

My Name Is Carnival – Erland And The Carnival

Uno dei pochissimi gruppi che mi sono piaciuti fin dai primi ascolti. Naturalmente il tutto ha stancato mesi dopo… ma comunque il loro disco d’esordio rimane ottimo. Questa è loro canzone più diretta, quella che più mi rimane in testa e quella che più riprende il concetto di “Carnival” anche e soprattutto da un punto di vista ritmico.

 

L’incompetente per voi

18 febbraio 2011

Dopo un anno di vergognosa e inconcepibile latitanza torna il Lo-Fi Blog con un ospite speciale che vi terrà compagnia nei prossimi due minuti di lettura: l’Incompetente!!!

Sigur Ros

Með suð í eyrum við spilum endalaust


I Sigur Ros ci propongono un disco dalla doppia personalità . Nella prima parte di questo lavoro , largo spazio alle atmosfere pop , inconsuete per il gruppo islandese , con canzoni come Gotan Dqina , singolo di lancio , improntato verso un’atmosfera quasi da festa paesana , oppure come Vio Spilujm Endalaust , capolavoro assoluto , che mixa una ritmica divertente ad un’atmosfera malinconica che la voce sa donare .

Poi , però , il disco si perde in lunghi monologhi , dove la musica rallenta fino a diventare ossessiva . Se per Festival , con la sua crescita finale , la cosa può risultare interessante , la troppa introspettività del resto del disco alla lunga stanca , facendolo diventare tedioso e monotono .

Un vero peccato , perchè questo disco contiene alcuni pezzi di interesse indubbio , ma l’anima profondamente malinconica di questa band alla fine prende il possesso di tutto lo stile , appesantendo troppo l’ascolto finale .

 

L’incompetente